Crisi energetica: gli impianti di Biowaste per contrastarla e vincere le sfide della transizione ecologica

bio lng

La crisi energetica è una delle principali sfide a cui il mondo di oggi deve far fronte. L’esaurimento dei combustibili fossili, l’aumento della domanda, l’instabilità geopolitica e la pandemia, che ha limitato il commercio mondiale, scardinando le reti logistiche e di approvvigionamento, sono solo alcuni degli aspetti che hanno reso ancor più evidente la necessità improrogabile di trovare fonti di energia alternative che siano sostenibili e rinnovabili.

Tuttavia, in uno scenario in cui il surriscaldamento globale fa da padrone, ecco che l’emergenza si erge a catalizzatore del progresso: così come la crisi energetica del 1979 accelerò i processi di efficientamento energetico e lo sviluppo di tecnologie nel settore dell’eolico e del solare, la crisi attuale sta stimolando l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni.

Un riscontro in questi termini lo abbiamo già da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che a gennaio 2023 ha emanato il nuovo decreto che regola l’accesso agli incentivi sul biometano immesso in rete. Con l’assegnazione dei contributi, si stima infatti di promuovere una capacità produttiva di circa 2 miliardi di metri cubi l’anno entro il 2024.

Gli impianti di produzione di biometano rappresentano infatti un esempio virtuoso di sostenibilità ed economia circolare, capaci di contribuire significativamente alla transizione ecologica e al raggiungimento non solo dell’indipendenza energetica del nostro Paese, ma anche degli obiettivi sanciti dall’Europa con il pacchetto FitFor55%.
Biowaste è coinvolta in diversi progetti per la produzione di BioLNG (biometano liquefatto) di tipo avanzato, nei quali riveste il doppio ruolo di EPC contractor e di investitore. Attualmente, l’azienda è impegnata nel territorio sardo per la realizzazione di tre impianti, per un valore totale pari a 40 milioni di euro: BioLori, a Sanluri (SU), Biopardu, a San Gavino Monreale (SU) e Biomatta, a Pabillonis (SU). Per i primi due, in fase di ultimazione lavori, l’avviamento è previsto entro questa primavera; il terzo, è in fase di cantierizzazione e si prevede la produzione del primo kg di gas liquido entro il 2023.
Biowaste sta investendo importanti risorse per garantire il rispetto di tutta la filiera agricola del territorio, a partire dagli studi di fattibilità fino alla realizzazione e al commissioning. Una volta ultimato, ciascun impianto sarà in grado di trattare reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli con una capacità produttiva annua di biometano avanzato pari a 3,5 milioni di Smc.

In Puglia è prevista invece la realizzazione di un impianto di biometano. L’impianto di Biodaunia, situato a Foggia, con una capacità produttiva pari a 500 Smc/h, sarà in grado di trattare e valorizzare sia matrici organiche liquide che solide. Biowaste, in qualità di EPC, grazie a sistemi e tecnologie di carico dedicati e automatizzati è in grado di garantire la massima operatività e di minimizzare i fermo-impianto.


Per un domani più pulito, è necessario dunque saper cogliere le opportunità di oggi: Biowaste, partecipata di Renove Group, fornisce supporto e assistenza tecnica relativamente alle procedure applicative necessarie all’ottenimento degli incentivi per la realizzazione di nuovi impianti di biometano in ottemperanza alle più recenti disposizioni legislative. Il primo passo verso la carbon neutrality è affidarsi agli esperti del settore, capaci di individuare, grazie a un know-how consolidato, soluzioni tailor-made idonee alle proprie necessità. Per ulteriori informazioni, è possibile richiedere una consulenza alla pagina https://biowaste.it/contatti/.

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