Normative Trattamento delle Acque

Normative di riferimento

Le normative di riferimento, nell’ambito di impianti di trattamento e depurazione delle acque, per i settori agroalimentare ed industriale, sono le seguenti:
  • Acque reflue Dlgs 152/2006 (Allegato 5), in particolare:
    • Tab. 1, limiti di emissione per impianti di acque reflue urbane;
    • Tab. 2, limiti di emissione per impianti di acque reflue urbane recapitanti in aree sensibili;
    • Tab. 3, limiti di emissione in acque superficiali e in fognatura, per acque reflue industriali;
    • Tab. 3/A, limiti di emissione per specifici cicli produttivi;
    • Tab. 4, limiti di emissione per le acque reflue urbane ed industriali che recapitano sul suolo.
  • Riutilizzo delle acque reflue Dm 185/2003;
  • Acque destinate al consumo umano (e dell’animale) Dlgs 31/2001
    Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.
  • Trattamento acqua impianti climatizzazione produzione acqua calda sanitari e solari termici UNI 8065:1989 alla UNI 8065:2019.

*Acque destinate al consumo animale

Per quanto concerne la qualità delle acque destinate al consumo animale, non esiste una specifica normativa di riferimento.

Questo rappresenta un grave limite legato alla «qualità» della vita ed al «benessere animale» che va ricordato è sancito dalla legge. È una delle priorità della Comunità Europea, il raggiungimento della «Sicurezza Alimentare dell’uomo» attraverso il benessere animale.

Il Regolamento CE. 178/2002 stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. L’acqua è definita un alimento e come tale deve quindi rispettare la direttiva a 98/83/CE (Dlgs 31/2001) delle acque destinate al consumo umano.

Studi scientifici resi noti dai più importanti centri di ricerca a livello mondiale, hanno dimostrato che le acque di «abbeveraggio» se non di buona qualità possono portare a:

Riduzione delle prestazioni produttive;

Riduzione della crescita;

Infertilità;

Scoordinamento nei movimenti, tremori ecc;

Alterazione della qualità dei prodotti e dei derivati (carne/latte);

Danni non trascurabili ad attrezzature e impianti;

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